Day 5 (Mercoledi 23)

Disavventura a Malasanc e giretto a sorpresa a Vannes

Il programma di oggi prevederebbe di fare la prima parte del percorso della Valle della Loira, ed in particolare di visitare i Castelli di Chateaubriant, Angers e Azay-le-Rideau, che è poi anche la meta finale di oggi. In realtà però la giornata è stata un po’ diversa.

Versione breve:
- Paesino fantasma
- Batteria patapum!
- Digiuno al Calvario
- Pioggia e grandine
- Pas de Chateau

Versione lunga (mettevi comodi!):
Ci si sveglia con un filo più di calma del solito, ci si prepara e si esce a piedi per andare in paese a fare colazione, dato che nel nostro albergo non c’è nessuno nemmeno oggi. Abbiamo le istruzioni scritte per lasciare le chiavi nella cassetta della posta dove le abbiamo prese ieri sera, e dove dobbiamo anche lasciare ben 30 centesimi a testa come tassa di soggiorno.
E comunque colazione forse!
Succede infatti che alle 8:30 del mattino la situazione è la stessa di quella delle 8:30 di ieri sera: paese deserto e tutto chiuso. Tutto! Sempre come ieri sera l’unico posto dove ci sono segnali di vita è il ristorante dove abbiamo cenato, peccato però che la colazione sia disponibile solo per i clienti del loro albergo e che quindi ci danno un bel due di picche. Incredibile, in pratica un paese fantasma. Mah!Niente, torniamo al nostro albergo, sistemiamo i bagagli e partiamo, rimandando la colazione a tempi migliori.
Nel partire ci allarmiamo un po’ perché la batteria della moto di G fa qualche singhiozzo. Poi però parte, per fortuna! Già.
Pochi chilometri ed arriviamo al paesino di Malansac, dove vediamo un bel barettino che ci sembra perfetto per la nostra colazione. Ora, è vero che io sono un po’ prevenuto, però questi francesi un filino strani lo sono. Il tipo del bar, peraltro gentilissimo, non ha il cappuccino (e ovviamente questo ci può stare) ma ha solo il café au lait, che non è però il caffelatte come pensavo io ma solo un caffè macchiato; e non ha nemmeno le brioches, che però è possibile andare ad acquistare alla panetteria che c’è a fianco. Ok.
Che poi con il caffè c’è chi mangia il croissant e chi la quiche lorraine alle cipolle, ma si sa che i gusti son gusti.
Ore 9 e quasi mezza e finalmente si riparte, destinazione Castelli della Loira.
Insomma, “si riparte” in teoria. In pratica succede che la batteria della moto di G stavolta non singhiozza, ma decide che è proprio arrivato il momento di farla finita. Morta stecchita! Patapum anche la batteria.
Il tipo del bar ci dice però che proprio qui a cento metri c’è un meccanico di moto. Yuppy, che fortuna! Con qualche fatica spingiamo la moto con G sopra (che 420 + 75 kg fanno quasi mezza tonnellata!) ed arriviamo dal meccanico, un tipo che parla poco e fuma molto. E’ gentile e si cimenta in vari modi, ma la moto di partire non ne vuole proprio sapere. Si preoccupa però di chiamare il soccorso stradale e di contattare per noi la concessionaria Harley più vicina, che si trova a Vannes, a circa 50 km a ovest. Peccato che noi dovevamo andare ad est...

Inganniamo l’attesa del carro attrezzi tornando al bar della colazione, dove almeno c’era il Wi-Fi. Il nostro arriva dopo circa un’ora e venti.

Operazioni di carico e scarico come ridere…

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G sale sul “carro” e noi dietro in fila indiana. A qualcuno la situazione ha ricordato un corteo funebre, ma per fortuna il morto era solo la batteria!
Arriviamo a Vannes poco dopo l’una, e qui siamo stati davvero fortunati, perchè i ragazzetti della concessionaria, allertati dal bravo meccanico di Malansac, ci hanno aspettato nonostante fosse orario di chiusura, ed in pochi minuti hanno montato la batteria nuova. Già che c’eravamo abbiamo fatto qualche acquisto nel negozio, ma solo per sdebitarci della loro cortesia.

Comunque sia, alla fine dell’episodio un po’ sfigato, possiamo fare qualche considerazione improntata ad un sano ottimismo:
- Se la moto si fosse fermata nel parcheggio dell’albergo, infognato in un cortiletto in fondo ad una stradina in discesa, non so proprio come avremmo potuto fare ad uscirne, considerando che il carro attrezzi non ci sarebbe mai arrivato e che sarebbe stato quasi impossibile spingere la moto in salita.
- Ci siamo fermati nel bel mezzo della sterminata Bretagna, giusto a 100 metri da un meccanico di moto.
- I tizi della concessionaria hanno lavorato per noi nella loro pausa pranzo.
- Già tanto i Castelli della Loira visto uno li hai visti tutti.
- Poteva piovere.

All’una e mezza finalmente ripartiamo. Ovviamente non c’è più tempo di andare a visitare i castelli del nostro programma originario, dato che a questo punto la nostra meta serale dista ben 300 km. Tagliamo quindi una parte del percorso e prendiamo l’autostrada che passa da Nantes, evitando così li strade secondarie.
Tutto bene, salvo che sarebbe anche bello mettere qualcosa sotto i denti per pranzo, soprattutto dopo la scarsa colazione fatta questa mattina. Di posti lungo la strada però non ne troviamo. Ce ne sarebbe uno ma io sbaglio l’uscita; andiamo quindi avanti ancora un po’ ed usciamo in un posto che si chiama Il Calvario, che vista la nostra giornata neanche a farlo apposta. Ed infatti.... troviamo un unico locale dove fuori c’è scritto “BAR”, che però dopo le 15 non ha niente da mangiare, e per niente intendo nemmeno un sacchetto di patatine. Incredibile! C’è però da bere e c’è anche un ottimo biscottino insieme al caffè. Per oggi ci si accontenta.
Il tizio del bar ci chiede se vogliamo per caso fare un giretto sul calvario, ma gli spieghiamo no, proprio non possiamo perchè oggi siamo un po’ in ritardo, ma la prossima volta senz’altro.
Ripartiamo, ma dopo poco ci fermiamo di nuovo, per fare benzina e per metterci le tute da pioggia, dato che nel frattempo il cielo è diventato minacciosamente nuvoloso. Uccio con la sua solita lungimiranza ci ha fatto fermare appena in tempo, perchè appena ripartiti è sceso il diluvio, con breve grandinata compresa.
Insomma, direi che oggi non ci siamo fatti mancare niente.
Arriviamo ad Azay-le-Rideau verso le sette meno un quarto, senza altri inconvenienti. Il tipo dell’albergo, l’Hotel Val de Loire è molto gentile, e ci fa parcheggiare le moto in uno spazio sul retro, un po’ scomodo ma per lo meno recintato.
La ricompensa per la giornata movimentata e per il pranzo saltato è stata un’ottima cena, sicuramente la migliore da quando siamo in Francia.